Sui piazzali delle caserme se ne parla già da qualche tempo, almeno stando alle indiscrezioni, tuttavia sembrerebbe che il MUV 70.20, il Multirole Military Utility Vehicle 4×4, mezzo contro cui molti hanno puntato criticamente il dito sostenendo essere una copia militarizzata del New Daily, dovrà attendere ancora un po’ prima di arruolarsi a pieno titolo nelle nostre Forze Armate sostituendo definitivamente il VM90, un mezzo a cui molti sono ancora affezionati.
Il MUV 70.20 segna il passo.
Si parla di VM90, anzi “TOTOVM”
(di Gianluca Celentano) 05/06/19
Il giudizio di molti, dopo la presentazione a Eurosatory ’18, non è stato dei più teneri e, ammetto, quando contattai Iveco per avere notizie sul Nuovo Daily militare, di essermi preso un piccolo cicchetto: “dovevo chiamarlo MUV 70.20!”. Ma come facevo a saperlo prima? Osservandolo…
La linea di produzione, in particolare quella militare segue precisi codici e solo dopo essermi documentato, ho compreso che l’analogia con il New Daily è solo apparente, si tratta, come descritto, di una struttura speciale che lo equipara sostanzialmente a un camion leggero pur mantenendo l’apparenza di un innocuo “furgone”. (…)
Nuova vita ai VM90, tra le novità c’è l’antideflagrazione
Abbiamo già conosciuto la Truck 4×4 D.V.D. (Defence Vehicles Division) di Verona e vi ho descritto la sua mission di re-vamping guidata da Alessandro Pozzani. Pensate che i VM90 ritirati nei reparti con le modalità che vi accennavo nel precedente articolo hanno in parte un nuovo futuro già otto mesi prima della permuta con le Forze Armate.
Tra i clienti della società, oltre agli acquirenti privati, ci sono le istituzioni come la Protezione civile, l’Esercito italiano, i Carabinieri, il Corpo militare volontario della CRI ma anche la stessa IVECO DEFENCE VEHICLES.
La lavorazione dalla A alla Z
L’impresa, partendo da un telaio con spessori diversi rispetto alla linea produttiva civile, si occupa di acquisto, costruzione, trasformazione, allestimento e revisione ed è specializzata nella vendita di carrozzerie con allestimenti speciali da adibire per uso ufficio, officina mobile, laboratorio, ambulatorio /ambulanza, autopompa/scala.
Ricevuto l’ordine e recuperato il mezzo, in questo caso l’Iveco VM90, il veicolo viene smontato e separato completamente nei suoi componenti: telaio, carrozzeria e motore.
Il telaio e la struttura, prima di essere riverniciati, sono sottoposti a una meticolosa smerigliatura manuale per rimuovere la ruggine e le incrostazioni, mentre non viene praticata la sabbiatura perché eventuali residui del processo potrebbero compromettere la verniciatura finale o generare, per la loro microscopica consistenza, attriti e usura. La carrozzeria originaria è la parte del veicolo che quasi sempre viene rigenerata, magari seguendo un nuovo disegno secondo le esigenze del committente o in relazione al suo impiego futuro.
Pensate che alla Truck 4×4 D.V.D. ho visto la ricostruzione totale di una cabina del MMW 135. Il motore è sottoposto a revisione, alcune parti sono sostituite, altre vengono rigenerate altre ancora potenziate. Interessanti sono gli alternatori per uso militare con molta più efficienza, come nel caso degli ACTL. Anche il gruppo frenante viene smontato e revisionato e in qualche caso maggiorato e tutte le elaborazioni, al termine del ciclo, sono sottoposte a un attento collaudo prima che venga rilasciata una regolare carta di circolazione.
L’assemblaggio finale avviene con la precisione di un “sarto” (altro soprannome di Pozzani) che io paragonerei più a un abile cesellatore: questa è la fase di lavoro tecnicamente più delicata, ma anche quella che offre più soddisfazione nel riportare il prodotto finito a nuova vita.
“TOTO VM” Antideflagrazione, di cosa si tratta?
Abbiamo visto come un mezzo ex Forze Armate riprenda vita, ma sarà interessante sapere che molti di essi ritornano addirittura a servire funzioni di pubblica utilità. Pozzani fa un semplice esempio: “Anche quando si usa un normale asciugacapelli c’è una impercettibile scintilla. Quanto basta, in caso di presenza di gas, per innescare un’esplosione.” Per questo motivo autorevoli consorzi si sono rivolti alla Truck 4×4 D.V.D., per individuare una soluzione contro il rischio di detonazione durante le lavorazioni sotterrane, dove non è impossibile imbattersi in sacche di gas durante le trivellazioni.
Seguendo le severissime normative BERTINEX, il primo esordio italiano di un mezzo tradizionale modificato antideflagrazione, è stato applicato proprio su un Iveco VM90 ex esercito. È stato il Gruppo TOTO SpA Costruzioni Generali, una delle più grandi realtà italiane legata alla creazioni di grandi opere pubbliche, a comprendere l’importanza di utilizzare per la sicurezza in cantiere, un mezzo tradizionale modificato antideflagrazione.
Da qui il simpatico soprannome TOTOVM, subito dopo l’arruolamento del nostro camaleonte per i lavori sulla Variante di Valico A1. Pensate che anche la CAVET, consorzio alta velocità, e PIZZAROTTI SpA per il consorzio TAV, hanno potuto eseguire in sicurezza le opere grazie a questa idea applicata all’Iveco VM90; un mezzo come abbiamo visto dalle mille connotazioni, tra cui quella anfibia, insomma più che un multiruolo a ragion veduta, proprio un “camaleonte”, un termine che gli si addice perfettamente…
Com’è fatto?
Presentato al SAMOTER 2011, il primo veicolo sperimentale, era privo di tutto l’impianto elettrico tradizionale, seppur già semplificato per le versioni militari. Con un attento lavoro e strumentazioni che rilevano anche la minima attività elettrica, la Truck 4×4 D.V.D., ha completamente isolato e protetto una nuova linea di alimentazione (una sorta di CAN. Bus) modificando tutti componenti elettrici ed eliminando tutti i cablaggi.
Molti di voi adesso sosterranno che i motori diesel non hanno molto a che vedere con la corrente elettrica e, in effetti, lo credevo anch’io, ma provate solo a pensare a un semplice avviamento del motore o alle luci accese nel tetro ambiente sotterraneo. All’apparenza il VM90 antidefragrazione è identico alla versione cassonata, ma solo dopo qualche minuto si cominciano a notare le prime differenze nei gruppi ottici o sul lampeggiatore posto sul tetto. Si tratta in tutto e per tutto di un’altra macchina e, tanto per darvi un’idea, lo stesso comando dei tergicristalli è sigillato e realizzato con componenti non in commercio.
Vengono eliminati batteria e motorino d’avviamento e la conchiglia della turbina è riprogettata per ricevere il raffreddamento solo dall’acqua. La temperatura dell’olio infatti può essere un innesco. Un sistema computerizzato, autoalimentato e sigillato della Bertinex di Magnago, svolge le funzioni di scatola nera oltre che di gestione dei sistemi di bordo. Non so riportarvi i costi, ma non è un segreto il forte apprezzamento da parte di altri paesi, per questa tecnologia made in Italy applicata su un mezzo tradizionale.
Curiosità
Per una parata del 2 giugno, la Protezione civile aveva bisogno di sfilare con un VM90 particolare e Iveco, visti i tempi strettissimi, commissionò a Truck 4×4 D.V.D. l’urgente lavoro. Il veicolo ricondizionato con verniciatura avorio eseguita a tempo di record venne presentato nelle scadenze previste. (…)
Articolo di Gianluca Celentano